Ormai tra filtri, foto ritoccate e promesse di prodotti miracolosi, avere la pelle perfetta sembra sia diventato un must da avere assolutamente.
Ma è davvero così necessario?
Recentemente ho visto il film Uglies, basato sull’omonimo romanzo di Scott Westerfeld, ambientato in un futuro immaginario in cui, a 16 anni, tutti devono sottoporsi a un intervento chirurgico per diventare “perfetti”. Prima dell’operazione, i giovani sono considerati “brutti” (Uglies) e vivono separati dalla società degli adulti perfetti (Pretties).
Quindi, accettare le imperfezioni della pelle è così strano? O meglio, accettare le nostre unicità è diventato così strano?
Non sto dicendo che non dobbiamo cercare il miglioramento e il benessere, ma semplicemente che forse dovremmo concentrarci di più su una pelle imperfettamente sana, come piace chiamarla a me. Una pelle che racconta di noi, che ci rende uniche, non perfette e nemmeno standardizzate.
Hai già visto il film? Dimmi che cosa ne pensi nei commenti.
La pressione dei social media
Non si può negare: i social media influenzano la percezione della pelle.
Ci sono i filtri, ma non è solo questione di quelli. Spesso, le stesse persone sui social fanno di tutto per farti sentire che la tua pelle ha qualcosa che non va.
Hai presente tutti quei video in cui ti dicono “come avere la pelle perfetta” o ti presentano “i prodotti per una pelle perfetta”? E che dire di quel trend in cui è diventato normale depilarsi tutto il viso?
Sinceramente, sia come blogger dedicata alla skincare, sia come persona comune, sono stanca di vedere tutto questo.
Non si sta facendo altro che alimentare le nostre insicurezze, facendoci sentire sbagliate se:
- la nostra skincare routine non elimina ogni imperfezione
- la routine che facciamo non è composta da almeno 10 step
- non compriamo l’ultimo prodotto “miracoloso” del momento
- non ci depiliamo il viso come se fosse la norma
- non abbiamo la cosiddetta “glass skin” (la pelle delle ragazze coreane!)
…Ma davvero la pelle perfetta esiste?
Risposta breve, NO.
Quello che vediamo sui social non è reale:
- vediamo le persone attraverso uno schermo, e lasciamelo dire, telecamere e luci offuscano la vera realtà
- ci sono un sacco di filtri che si possono usare
- non dimentichiamoci delle app di fotoritocco
Quante volte non riesci a pubblicare una storia su Instagram finché non metti un filtro? Dimmi la tua qui sotto.
I maledetti guru della skincare
Oltre ai social, c’è anche il mondo dei cosiddetti “guru” della skincare.
Chiunque prometta una pelle perfetta con poche e semplici mosse, beh, non fa per me.
La verità è che non esistono prodotti miracolosi, skincare routine infallibili o trattamenti che garantiscono una pelle di porcellana.
La verità, per quanto possa sembrare scomoda, è che avere una bella pelle dipende in gran parte:
- dalla genetica
- da una predisposizione naturale
- da un pizzico di fortuna
- dall’ impegno che ci metti
Ci sono persone che affrontano degli stress e traumi molti forti. Penso a lutti, aborti, separazioni. Questa è fortuna. Avere una vita serena ti permette anche di avere una bella pelle.
Il fatto che questa gente faccia sentire in colpa le persone se non hanno una pelle perfetta non è etico. E’ come se si facesse sentire in colpa le persone per i loro traumi passati.
La pelle, proprio come noi, ha bisogno di tempo per adattarsi, guarire e rispondere ai cambiamenti. E va bene così.
Leggi qui 👉 Lo stress influisce sulla pelle?
I cosmetici non sono farmaci
Faccio la beauty blogger dal 2020, amo il mondo della cosmesi e tutto ciò che lo circonda. Ma ultimamente, mi sembra che si stia perdendo di vista il vero senso. I cosmetici non sono farmaci, e non possiamo addossargli tutto il peso che spesso gli viene dato come se lo fossero.
La skincare è importante – certo che lo è – ma questo non significa che debba diventare qualcosa di super complicato e ansiogeno. Se qualche volta la salti, lascia che ti tranquillizzi: non succede nulla.
Certo, la costanza aiuta, come in tutte le cose, ma ci sono sempre dei limiti e delle situazioni che dobbiamo considerare. Ripenso alla me di 7 anni fa, quando si svegliava alle 04:30 del mattino, e l’unica cosa che desiderava era tornare a letto, non certo mettersi a fare una skincare con mille passaggi.
Il valore della cura della pelle, non della perfezione
Per quello che ti ho detto prima, penso che il vero valore stia nella cura e nell’attenzione che dedichiamo alla nostra pelle, ma soprattutto nel benessere che proviamo quando ce ne prendiamo cura.
Non penso sia necessario seguire skincare routine complicate o costose. Ciò che conta davvero è avere routine pratiche, gestibili e, soprattutto, adatte a te.
Ad esempio, chi sostiene che la skincare perfetta debba essere necessariamente quella coreana, sbaglia. Decidere di seguire una skincare coreana solo per avere una pelle “perfetta”, come spesso viene promesso, non è mai la scelta giusta se per te:
- non è sostenibile a lungo termine
- diventa solo un’altra cosa noiosa da fare
- è troppo complicata
In più, la skincare coreana è basata su una cultura completamente diversa dalla nostra. E dobbiamo essere oneste: non abbiamo la pelle delle coreane, è una questione di genetica.
Ma non solo. A noi piace abbronzarci.
Hai mai visto qualcuno qui andare in giro con un ombrellino per ripararsi dal sole?
Loro hanno un’attenzione incredibile che, ammettiamolo, noi spesso non abbiamo. E per quanto possiamo metterci tutta la protezione solare del mondo, non esiste una “abbronzatura sana”.
Il vero valore sta nel migliorare il rapporto che abbiamo con la nostra pelle, nel conoscerla meglio, rispettarla e ascoltarla, trovando i prodotti che funzionano per noi e imparare a gestirla senza aspettarsi un cambiamento radicale.
La pressione della perfezione
Le persone non vogliono invecchiare, non accettano il naso grosso e desiderano occhi azzurri anziché marroni. In TV, tutti sembrano uguali, con le stesse labbra e gli stessi zigomi.
Ma cos’è realmente la perfezione?
Nel film Uglies, la protagonista Tally scopre che la bellezza autentica non si raggiunge attraverso interventi forzati, ma nell’accettare se stessi per ciò che si è.
Forse è propria questa, la PERFEZIONE.